Suoni di miglior augurio il verso.
Tra la fine dell’Ottocento e sino a tempi recenti era in uso inviare cartoline dalle località in cui si abitava o si villeggiava.
Ogni località, soprattutto se di soggiorno, aveva interesse a propagandare le bellezze, l’amenità dei luoghi e spesso queste erano accompagnate da versi, tratti da poesie di famosi poeti, spesso ancora viventi.
Tra i tanti poeti e scrittori le cui opere sono state tenute presenti per lo scopo indicato ricordiamo i vicentini Giacomo Zanella e Antonio Fogazzaro. I due illustri artisti hanno trovato il primo circa 110 cartoline con versi tratti dalle poesie, in particolare dai sonetti della silloge Astichello, mentre per il secondo si annoverano oltre 200 cartoline con brani anche dai romanzi. Accanto vi sono poi cartoline di illustrazione della vita e dell’opera degli autori e anche di semplici vedute di località dove nacquero o soggiornarono quei poeti e scrittori.
In occasione del bicentenario della nascita di Giacomo Zanella del 2020 la Biblioteca Civica Bertoliana, in collaborazione con un collezionista, ha proposto una scelta di questi “versi in viaggio”, che attestano l’interesse fino al 1990 verso le poesie del vate dell’Astichello e, nell’epoca della velocità della comunicazione, ci inducono a riflettere come poche righe di illustri poeti, anche nel tempo passato, consentivano pur con minore velocità, una messaggistica d’affetto, di ricordo e di riflessione.
1 – Chiampo
A un amico d’infanzia
Dove il Chiampo le pure onde sonore
Fra gelsi e praterie volve alla china
Giovinetti crescemmo e candide ore
Ci sorrisero a piè della collina.
Dai lari aviti e dal materno amore
Quindi il ciel ne divise, e pellegrina
La nostra vela in dïuturno errore
Degli studi solcò l’ampia marina.
Un sol già volse che io toccava il porto
Assai beato, se non quanto al petto
M’era dolor che tu tardassi ancora.
Ma l’astro della gioia alfine è sorto:
Vieni al lido tu pur, vieni o diletto,
E corona di fior la stanca prora.
2 – Cavazzale di Monticello Conte Otto
Astichello – Sonetto I
Una villetta fabbricai, che appena
Quindici metri si dilata in fronte,
Ricca, più che di suol, d’aria serena
E di largo, poetico orizzonte.
Quinci dell’Alpi la nevosa schiena
Che vien di monte degradando in monte;
Quindi il cheto Astichel d’argentea vena,
E tinto in rosso sovra l’acque il ponte.
Datur hora quieti in bronzo impresso
Sta sul frontone. È di Virgilio il verso
Là nell’Eneide, ove dal Sonno oppresso
Palinuro ne mostra in mar sommerso.
Naufrago anch’io del mondo e di me stesso
Possa qui ber l’obblio dell’universo!
3 – Ritratto fotografico
Biografia e bibliografia
Diverse sono le biografie del nostro poeta, edite fin dal 1888, molti altri testi che illustrano la sua poesia riportano, talora in breve, la sua vita.
A seguire alcune pubblicazioni:
- Angelina Lampertico-Mangilli, Giacomo Zanella ed i fanciulli, Vicenza, Tip. S. Giuseppe, 1893.
R. Barbiera, Giacomo Zanella, “L’Illustrazione italiana”, 25 (1888), n. 29, 8 luglio, pp.21-22. - G. Biadego, Giacomo Zanella, Commemorazione letta alla R. Accademia di Lucca, 27 giugno 1888, ora in ID, Profili letterari, Milano, L.F. Cogliati, 1903, pp. 79-98.
- S. Rumor, Della vita e degli scritti di Giacomo Zanella, Venezia, Stab. tipo-lit. Fratelli Visentini, 1888.
- F. Lampertico, Giacomo Zanella, Ricordi, Vicenza, Galla, 1895.
- L. Perazzolo, Giacomo Zanella: vita e poesia, Vicenza, Tip. editrice ESCA, 1988.
- E. Greenwood, Vita di Giacomo Zanella, Vicenza, N. Pozza, 1990.
- G. Guarda, Una vocazione sofferta: Giacomo Zanella: la sua vita, le sue poesie, il suo tempo, con il patrocinio del Consorzio di proloco “La Serenissima-Valchiampo”, Vicenza, Nuovo Progetto, 1988.
In tempi recenti anche Wikipedia, riporta la voce “Giacomo Zanella”, narrandone la vita, le opere e i vari collegamenti nel mare magnum del web.
Per quanto riguarda le bibliografie, segnaliamo quella pubblicata sul questo sito e l’ultima, più completa, redatta dal prof. Italo Francesco Baldo nel 2021 e pubblicata nel portale archivistico “Carte Zanella”, della Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza.
4 – Marina
L’amore materno
Alla contessa Olimpia Colleoni-Lampertico di Vicenza, 1857.
Pregando Lei che del virgineo velo
Covrir si piaccia i piccioli tuoi figli;
E sulla cuna che li accoglie, il Cielo
Mandi gli angeli suoi, piova i suoi gigli.
Crescete, o fanciulletti! Il mar v’attende,
Dubbio mar della vita. In pace è l’onda;
Limpido sull’aurora il ciel risplende,
E le vele vi gonfia aura seconda.
Da lungi alzasi un canto e lo ripete
Di lido in lido l’aura innamorata:
«O voi, che l’onda a navigar prendete,
Che senza pianto non fu mai varcata,
Seguitate il mio suon che vi conduce
Di mezzo a scogli e insidïose arene,
Ove un ciel ride di purpurea luce,
Ove si stringe, non si sogna, il bene.»
O cara voce del materno amore,
A lievi giovanili anni conforto!
Che ognor t’intenda, ognor ti segua il core,
Fin che le vele sian raccolte in porto.
5 – Montagna e acqua
Astichello – Sonetto XIX
Di neve ha la montagna il capo bianco.
Come dinanzi al precettor canuto
Di fanciulletti sovra l’umil banco
Siede un drappello riverente e muto;
I sottoposti colli, a cui non anco
Di precoce rovaio il morso acuto
Nudo lasciò d’ogni ornamento il fianco
L’aprico dorso levano fronzuto.
Dall’alto labbro del canuto un fiume
Sgorga a nutrir le pargolette menti
D’aureo saper. Dal candido cacume
Della montagna provvidi torrenti
Scendono a valle e con sonanti spume
Oro e salute apportano alle genti.
6 – Podere in valle
Astichello – Sonetto L
Per quante terre in dì d’estate il volo
Potesse circuir d’uno sparviero,
Non darei questo breve angol di suolo,
Che mi lascia signor del mio pensiero.
O poderetto mio, picciolo in vero!
Ma più gran regno ha forse l’usignuolo,
Che d’un ramo contento al bosco intero
La sua gioia confida ed il suo duolo?
Non di torrente, che fra scogli infranto
Mugge superbo ed alle ripe insulta,
Auguro il suono al mio povero canto;
Bastami ch’abbia il mormorio dell’onda,
Che fra le canne e le spinalbe occulta
Il piccioletto mio regno circonda.