L’anniversario della nascita di Zanella in versi
di Italo Francesco Baldo
Campus me genuit, Vicentia blande recepit;
“Chiampo mi generò, con amore Vicenza mi accolse; / l’Astichello mi avvinse, e una piccola casa modesta. / Ai cari giovani d’Italia e di Padova ho insegnato; / cantai l’Italia, tutte le creature, Iddio.” M.L. Gambato
Asticulus tenuit parvaque frugi domus.
Italiae docui iuvenes Patavique dilectos;
Italiam cecini, cuncta creata, deum.
Maria Luisa Gambato
Zanella, il poeta della gentilezza e della bontà, il poeta della fede, della scienza e della patria, è vostro, perché egli è figlio di questa terra fortunata. Per lui ora … il nome di Chiampo risuona chiaro nell’Italia e nel mondo.
P. Vittorino Meneghin O.F.M.)
XXXV
Amai garzone del natio torrente
Il sassoso fragor. Nell’Alpi errando,
Se d’aereo macigno onda cadente
Rapida a’ piedi mi venia spumando,
E come scinta Mènade furente
Usa sull’Ebro a vibrar tirso e brando,
Fra le rupi avvolgea la sua corrente,
Con muta voluttà stetti mirando.
E de’ venti il romor, che di foresta
In foresta passava allor mi piacque,
Ché non di fuor soltanto era tempesta.
Or che l’età quella baldanza ha dóma,
Amo, Astichello, le tue placid’acque,
E l’aura che a’ rosai scioglie la chioma.
Il compimento della sua poesia fu la silloge Astichello composta a Cavazzale-Monticello Conte Otto, dove sulle rive del omonimo fiume aveva costruito la sua “datur hora quieti “ e dove il 17 maggio 1888 iniziò la sua seconda nascita.
A un amico d’infanzia
Dove il Chiampo le pure onde sonore
Fra gelsi e praterie volve alla china
Giovinetti crescemmo e candide ore
Ci sorrisero a piè della collina.
Dai lari aviti e dal materno amore
Quindi il ciel ne divise, e pellegrina
La nostra vela in dïuturno errore
Degli studi solcò l’ampia marina.
Un sol già volse che io toccava il porto
Assai beato, se non quanto al petto
M’era dolor che tu tardassi ancora.
Ma l’astro della gioia alfine è sorto:
Vieni al lido tu pur, vieni o diletto,
E corona di fior la stanca prora.
“Sede regal per me non vale
Versi riportati da S. Rumor, in Tre insigni Terziari di S. Francesco G. Zanella, A. Rossi. F. Lampertico, Padova, Tip, del messigiero, 1923, p.19, dove afferma Zanella “rievocando la modesta casa dove era nato”.
Gli aperti campi del terren natale
Né l’azzurro del mar senza confine
Pareggia il verde delle mie colline”
Villetta nei pressi dell’Astichello
di Italo Francesco Baldo
Per quanta terra
Nei dì possa io ricordare,
Solo questa,
In quasi ameno colle,
Innamora
Il solingo mio pensier.
Di verde copia
S’innamora
l’occhio
Di lieto d’acqua rumor
L’orecchio
Si pasce
Di profumi campestri
Il naso
Fa festa
D’erbe e di frutti
Il gusto
Si sazia
Di tutto quel che tocca
Il senso
Avverte il piacere.
Emozioni dintorno
Nuovo verso
S’apre
Dal bagliore
Dell’istante